Le foreste del Pratomagno sono state il mio primo contatto con il Casentino.
La causa, un invito di alcuni carissimi amici, Roberto e Silvano, a trascorrere un fine settimana
nei dintorni di Quota con altri amici appassionati di fotografia. E' stato amore a prima vista.
Conoscevo un po' questa terra per le mie assidue frequentazioni del concorso fotografico dell'AVIS
di Bibbiena, ed era stato già un buon assaggio. Avevo imparato che il Casentino era posto di grandi
contraddizioni ove streghe e stregoni, Monasteri e Santi incrociavano i Conti Guidi e Dante Alighieri. Dove nella Piana di Campaldino si sente ancora il clamore delle armi e San Francesco ci parla dalla sua cella nel monastero della Verna. Avevo nella mente Il Castello di Poppi come simbolo del male e l'operosità della zona di Bibbiena come simbolo del bene.
Poi ho imparato a conoscere la natura del Casentino e delle sue foreste.
Andrea, un vecchio amico, si era recato lì a cercar pace e l'aveva trovata.
Io ero andato li a cercare il bello e l'avevo trovato.
Le prime fotografie scattate erano molto complesse, un lavoro di gruppo. Un tronco di faggio marcescente, una piantina di elleboro su un tappeto di foglie color tabacco erano state le prime immagini realizzate. Chi mi aiutava con flash e servoflash, chi mi proteggeva dalla pioggia
mentre steso per terra su cavalletti improvvisati scattavo immagini con tempi di posa impossibili.
Ed il fascino della nebbia rossa del passo della Calla. E la neve, il vento, il gelo, la pioggia
ed ancora la meravigliosa nebbia, densa, colorata a seconda dei riflessi e che solo lì ho trovato.
Che bella la brutta stagione nel Casentino.
E nella brutta stagione:
Ho visitato gli eremi ed i monasteri: Vallombrosa, La Verna e Camaldoli.
Ho percorso a piedi i sentieri del Pratomagno del Falterona del Monte Penna.
Ho girato per Stia, Poppi, Bibbiena, Badia Prataglia ed i paesi più piccoli, appoggiati sui monti.
Ho guidato la mia macchina sulle nevi del passo dei Mandrioli del Passo della Calla della Consuma
E nel Castello di Porrena ho udito Dante imprecare ancora contro i Pisani!
Mentre nell'Eremo di Camaldoli, nella messo di inizio anno, ho capito il valore del tempo.
Forse, anche io, mentre cercavo il bello, ho trovato la pace.
Fabio Beconcini
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